D’Amico Alfredo “Fratta” Nato a Frosinone il 23-12-1979.

All’età di 8 anni inizia ad andare in skate e da allora non riuscirà più a guarire.
 
Frequenta il liceo artistico e poi l’Accademia delle Belle Arti dove si diploma in scultura con 110 e lode.
 
Nel frattempo scopre la passione per i tatuaggi di cui si occupa tuttora. Attualmente vive a Roma con la compagna e le loro due figlie.
 
 
Ciao, come stai? Iniziamo dal nome, come mai ti chiamano Fratta?
 
Ciao, per ora ancora bene. Mi chiamano Fratta dal 1989 quando avevo iniziato da poco a skateare ed ero il più piccolo di tutti. Già all’epoca avevo una folta capigliatura ed un amico mi diede questo soprannome.
 

Tre aggettivi per descriverti
 
Capoccione, sincero e curioso.
 
Prima di essere tatuatore sei uno skater vero? Quali sono le differenze che vedi tra la scena attuale e quella in cui hai iniziato a surfare cemento?
 
Si. Purtroppo i social network hanno fatto bene per via della comunicabilità, ma la scena prima era più sincera e le persone, quando si conoscevano, si trasmettevano qualcosa che rimaneva per sempre. Ora è tutto più superficiale.

 
Pensi che lo skate ti abbia indicato, o almeno aiutato a capire, quello che volevi fare da grande?
 
In parte sicuramente si, la grafica senz’altro. Ma soprattutto quello che mi ha aiutato è la mentalità anarchica da skater.
 
Cosa fai appena sveglio?
 
Caffè, sigaretta e sveglio le figlie per portarle a scuola.
 
Ti piace più disegnare o tatuare?
 
Tatuare ha qualcosa in più, c’è un rapporto umano intimo che crea dipendenza e ti permette, in alcuni casi, di realizzare i sogni dei clienti o di aiutarli a superare un trascorso infelice. Ed è bellissimo vedere la loro soddisfazione quando si guardano allo specchio.
 
Come ti sei avvicinato al mondo del tatuaggio?
 
Mi serviva un lavoretto per rimediare qualche soldo in più, allora ho cominciato a saldare gli aghi per qualche amico tatuatore. Poi da cosa nasce cosa, mi sono ritrovato con una macchinetta in mano.
 
Il tuo stile varia tra il surreale e il fumettistico, quali sono stati o sono tutt’ora i tuoi mentori?
 
Traggo ispirazione da tutto quello che mi incuriosisce, ma alcuni personaggi che posso elencare sono: Jim Phillips, Jacovitti, Schulz, Escher, Magritte, Keith Haring ed alcuni tatuatori moderni di cui non vorrei fare il nome
 
Anche a tatuare hai iniziato molto tempo fa, come vedi il mondo dei tattoos oggi?
 
Più o meno è come per la scena skate. Per quello che mi riguarda, si è perso quel romanticismo che però, nel mondo dei tatuaggi era molto importante.
 
Credi che questa emergenza virus che stiamo affrontando potrà avere anche strascichi positivi, un volta conclusa? Se si, quali?
 
 La vedo dura, ma ci spero molto. Non ho così tanta fiducia nella società moderna, credo che basterà poco tempo per dimenticare e tutto tornerà alla solita frivolezza.
 
Anche tu vieni dalla provincia, come noi, perchè secondo te ancora oggi dalle nostre parti la scena musicale e artistica underground è quasi del tutto inesistente?
 
Credo sia dovuto al fatto che, molti personaggi che potevano stimolare la scena, siano dovuti scappare per motivi lavorativi. In fondo anche io vivo da una quindicina d’anni a Roma e come me la quasi totalità delle mie amicizie giovanili non vive più nella provincia.
 
Come mai tarzan non aveva la barba?
 
Per lo stesso motivo per cui Gesù è bianco, biondo e con gli occhi azzurri.
 
Un artista che stimi?
 
 
Qual’è il trick più difficile che hai chiuso al momento??
 
 B.s. 50-50 in salita to b.s. heelflip out, forse.
 
Libro da consigliare?
 
Il dizionario di inglese
Come è essere tatuatore, artista, skater e papà di due bimbe? Sacrifici, rinunce, gioie, tutte e tre o nessuna di esse?
 
Naturalmente tutte e tre, ma non cambierei nulla della mia vita. Andare in skate con tua figlia è una delle cose più belle che si possano fare, mi riempie il cuore di gioia che quasi esplode.
 
Visto che ci conosciamo bene e che tutti e tre abbiamo un tuo tatuaggio, siamo stati bravi a scegliere i soggetti e soprattutto a non rompere troppo i coglioni mentre ci tatuavi? 
 
 I meglio clienti che si possano desiderare. Per sempre grato per avermi concesso un pezzetto della vostra pelle.
 
Sei stato uno dei primi artisti con cui abbiamo collaborato, hai consigli, suggerimenti o critiche da farci?
 
Siete andati già ben oltre le mie aspettative. L’unica cosa che mi sento di dirvi è: rimanete sempre così, belli come siete.
 
Vitagrama… cosa ti fa pensare questa parola
Facci una domanda
 
Fratellanza contro la vita ingrata
 
Facci una domanda
 
Quando facciamo un Vitagrama BBQ Party?
 
Ti diremmo pasquetta, ma la vediamo mooolto dura! Ma prima o poi lo faremo!
 
 
Per vedere la collaborazione tra Fratta e Vitagrama vai qui Kraken o qui Knife and Rose
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